Il dolore innocente by Vito Mancuso

Il dolore innocente by Vito Mancuso

autore:Vito Mancuso [Mancuso, Vito]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2023-04-16T22:00:00+00:00


15. Dio amore

Il terzo presupposto è la posizione dell’essenza divina come amore. Che l’essenza di Dio, la sua vita più intima, il mistero del suo essere, sia l’amore, costituisce il centro speculativo del Nuovo Testamento. Si tratta di un concetto dalla portata così rivoluzionaria e sconvolgente che ancora oggi, dopo duemila anni di cristianesimo, non è entrato, se non per una parte tutto sommato minoritaria, nella coscienza dei cristiani e della Chiesa. Per la gran parte della sua storia il cristianesimo ha continuato a pensare un Dio il cui concetto centrale è l’onnipotenza, il potere, la forza, così come emerge più dall’Antico che dal Nuovo Testamento. Il mondo, la natura, la storia, il senso della vita attendono ancora di essere pensati alla luce del fuoco speculativo che pone Dio – ovvero la fonte e il futuro dell’essere – come amore.22

Il pensiero cristiano lungo la sua storia ha proceduto soprattutto sulla base del concetto di Dio quale emerge dall’Antico Testamento, condiviso anche dal Corano e si può dire dalla coscienza religiosa comune, un concetto che pensa Dio come potentia absoluta, il cui predicato distintivo non è l’amore ma il potere. Il proprium cristiano, la rivelazione specifica di Gesù Cristo, entrava in gioco solo in un secondo tempo, quando si meditava sulla redenzione, non senza registrare però gravi insufficienze teologiche anche a questo riguardo, come nel caso della soteriologia di sant’Anselmo d’Aosta che riteneva «un oltraggio» attribuire a Dio una misericordia assoluta.23

Ma anche se la storia del pensiero cristiano non brilla per originalità, il messaggio del Nuovo Testamento sull’essenza di Dio come amore è assolutamente inequivocabile. Non solo perché Giovanni afferma esplicitamente che «Dio è amore» (Theòs agápe estín: 1Giovanni 4,8 e 4,16); non solo perché Paolo assegna all’amore la stessa dimensione d’eternità propria dell’essere divino proclamando che esso, contrariamente a tutte le altre cose umane, non passerà mai («l’amore non avrà mai fine»: 1Corinzi 13,8); ma soprattutto per l’insegnamento e la vita di Gesù, il Cristo, il Figlio della stessa sostanza del Padre. Dato che il concetto sotto cui compendiare l’insegnamento e la vita di Cristo è l’amore, allora, in virtù dell’identità ontologica che accomuna il Figlio al Padre, sarà sempre l’amore il concetto fondamentale per l’essere di Dio.

Il primato dell’amore rispetto alle altre virtù appare dal fatto che l’amore è il solo che ha la dimensione dell’eternità insita in sé. La fede e la speranza scompariranno: non è un caso che Hegel, il pensatore ex parte aeternitatis per eccellenza, faccia scomparire la fede già qui e ora, contrapponendola al sapere, e che allo stesso modo proceda il pensiero mistico dell’unione con l’Assoluto come già realizzata, dell’attualità dell’Uno, per il quale nutrire una speranza che le cose siano diverse rispetto a come sono significa non essere ancora entrati nell’adeguata visione del divino. In verità, solo l’amore rimane e rimarrà, perché è eterno. Per meno, non è amore. L’amore è già superamento del tempo, costituisce già quella particolare sublimazione del tempo che si chiama eternità, la quale non è la negazione del tempo ma il suo compimento, non si pone al di là del tempo ma nella sua profondità.



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